È senz ombra di dubbio una delle figure emblematiche della cosiddetta avanguardia di Chicago , città in cui è nato nel 1940.
Artista di punta fin dai primordi della vicenda dell Association for the Advancement of Creative Musicians, della quale è stato uno dei più impegnati promotori e reclutatori , fondatore dell Art Ensemble of Chicago che, non a caso, incide nel 1966 il suo primo lavoro discografico, Sound, a nome del Roscoe Mitchell Art Ensemble inizia in sostanza la propria carriera con l Experimental Band di Richard Abrams: la sua opera in ambito AACM è fra le più sorprendenti e importanti degli anni Sessanta.
La sua musica tende a sprigionare la massima energia possibile nello spazio prescelto, e questo spazio si fa spesso molto ampio, talvolta concentratissimo, sovente riproposto attraverso iterazioni continue del medesimo frammento, sia di un solo strumento che di complessi strumentali variamente strutturati.
Anche Mitchell, come tanti creativi della Windy City , è un polistrumentista, che utilizza tutti i saxofoni, alcuni flauti e clarinetti, l oboe e una vasta gamma di percussioni.
Più di ogni altro collega tende a riprendere e a trasformare nel tempo le proprie composizioni principali ( Nonaah , prima di tutte, ma anche Old Line Fine Lyon Seven , Sketches From Bambolo , Cards , The Flow Things , S II Examples ) adattandole alle formazioni più diverse ed esplorandone ogni possibilità di sviluppo.
Nel quartetto con Abrams e George Lewis, nei duetti con Anthony Braxton, nelle sfide solitarie ritrova il gusto dell improvvisazione che spesso taglia e accentua nel lavoro ormai trentennale con l AEoC.
Mitchell si concede anche una dimensione parallela con alcuni musicisti di Detroit (il trombettista Hugh Ragin, il chitarrista Spencer Barefield, il contrabbassista Jaribu Shahid, il batterista Tani Tabbal), che lui stesso ha spinto a fondare il Creative Arts Collective e ha poi riunito nel Sound Ensemble, formazione a proprio nome.
Altra esperienza pregnante è quella con il New Chamber Ensemble che annovera la presenza di Gerard Oshita, specialista di strumenti a fiato a dir poco desueti come il sarrussofono e il conn-o-sax, e del cantante Tom Buckner, esponenti bianchi dell avanguardia californiana.
Altra esperienza di particolare interesse è quella condotta con la Creative Orchestra, con la quale ha partecipato a diversi festival in terra europea.