Gesualdo
Francesco D’Errico 5tet
INT031 – 2017
Artisti
Francesco D’Errico (pianoforte)
Antonio Iasevoli (chitarre)
Giulio Martino (sassofoni)
Marco de Tilla (contrabbasso)
Dario Guidobaldi (batteria)
Le parole musicate dal principe di Venosa prelevate dai loro luoghi poetici originari e ricombinate, generano un nuovo testo, totalmente e integralmente gesualdiano. Se non che, queste dodicibparole/locuzioni che Francesco D'Errico ha composto a partire dal Sesto libro di madrigali di Carlo Gesualdo. E’ l‘ultima principe (1611). È opera della compiuta maturità del musicista che con Claudio Monteverdi ha contrassegnato un'epoca; tuttavia, una differenza del cremonese e complice l'aura di maledizione che lo perseguitò di più nelle epoche successive per le vicende di sangue, Carlo Gesualdo ha stimolato, incuriosito e spinto all'azione molti compositori del Novecento, fra tutti Igor Stravinsky con il Monumentum del 1960. Qui non si tratta, avvertiamo subito di semplice rivisitazione jazzistica, né di altre alchimie trasformative della musica di Gesualdo: si tratta di musica integralmente jazz di nuova composizione che nasce dall’intenzione di mettere a confronto due mondi per molti versi inconciliabili. Cosa c’entra la poesia nel fraseggio di un madrigale con la prosa del fraseggio nel jazz? Cosa c’entrano gli urti, i cromatismi, le feroci e veramente crude dissonanze di Gesualdo con le armonie di undicesima, di nona bemolle, di tredicesima? Il confronto è più raffinato e sotterraneo. I due mondi hanno almeno una innegabile affinità nello spirito che lega gli esecutori.
1. Amanti
2. Aspro
4. A volo
5. La doglia
6. Cadendo
7. Crudo
8. E pensi
9. Aura
10. Sguardo
11. Lo parto
12. Stelle/quintett